Spazio, Ultima frontiera:
- Luca Fiorini & Marco Filippin
- 24 gen 2017
- Tempo di lettura: 5 min
Arrivare là dove nessuno è mai giunto prima.

L'esplorazione di Marte è un argomento molto affascinante ma, sebbene essa sia iniziata da oltre mezzo secolo, è spesso ancora trattata come una possibilità estremamente evanescente e futuristica. Quello che molti non sanno, tuttavia, è che l’idea di una missione umana sul Pianeta Rosso si sta facendo sempre più realistica. Prima di discutere di come l’Uomo abbia proceduto nell’esplorare il famoso corpo celeste, comunque, vale la pena di riflettere sul perché si dovrebbe cercare di portarvi degli astronauti. Visto il grande numero di fattori che possono influire negativamente sul viaggio interplanetario. Nella comunità scientifica
Nella comunità scientifica mondiale, ciononostante, è diffusa l’opinione che l’arrivo dell’Uomo su Marte stimolerebbe fortemente il progresso in varie altre aree della scienza e della tecnologia, fra cui la medicina, i trasporti, il riciclaggio e l’architettura. L’umanità deve, dunque, aprire la mente a più ampie vedute non limitandosi a considerare gli enormi costi dell’esplorazione spaziale, ma scorgendone i potenziali vantaggi a lungo termine. Non va dimenticato, inoltre, che il nostro pianeta è già stato dominato in passato da altre forme di vita che hanno poi finito con l’estinguersi (un classico esempio sono i dinosauri): rendere l’umanità una specie interplanetaria, quindi, sarebbe anche un metodo per garantirne la sopravvivenza nell'eventualità che sorgessero situazioni critiche a livello globale.

Passi fondamentali nell'esplorazione del Pianeta Rosso
La sonda Mariner 4 fu la prima a raggiungere con successo il corpo celeste. Gemella della Mariner 3, essa venne lanciata dalla NASA il 28 novembre 1964 e scattò ventidue immagini della
superficie e dell’atmosfera del pianeta,
permettendo di calcolare lo spessore della
prima e il raggio del secondo.
Il primo atterraggio di un lander su Marte fu effettuato dal Mars 3 dell’Unione Sovietica nel 1971: esso funzionò per circa quindici secondi prima che le comunicazioni si interrompessero; gli esperti suppongono che il dispositivo sia stato distrutto da una tempesta di sabbia. Mars 3 faceva parte del più ampio programma spaziale Mars, che purtroppo fu principalmente fallimentare (come la maggior parte delle iniziative russe relative a Marte).
Nel 1976 le due sonde Viking della NASA raggiunsero l’orbita di Marte e inviarono un lander sulla superficie. Si poterono così scattare immagini dettagliate a colori e registrare dati scientifici sul suolo e sull'atmosfera. Un esperimento fece anche sperare nella scoperta della vita, ma i risultati non furono confermati; ancora oggi la maggior parte degli scienziati non crede vi siano forme di vita sul pianeta.
Dopo il fallimento di vari programmi, fra cui il Phobos dell’URSS (1988) e il Mars Observer della NASA (1992), la stessa agenzia statunitense lanciò, il 7 novembre 1996, la sonda Mars Global Surveyor, che entrò in orbita a bassa quota il 12 settembre successivo. La sonda, prima che se ne perdesse traccia nel 2006, inviò un’emozionante quantità di dati sull'atmosfera, la superficie, le calotte polari e il campo magnetico del pianeta. Tali dati, fra l’altro, permisero di formulare alcune ipotesi sulla presenza di acqua liquida sul suolo marziano.
Ma a queste missioni seguirono altri 4 anni di fallimenti (e ti pareva). Tra questi, però, rifulge una missione che in futuro gli scienziati prenderanno sempre in esempio: il Mars Climate Orbiter. Tutto pareva infatti funzionare alla perfezione, ma tale sonda (che doveva posizionarsi in orbita) si avvicinò di 50 Km di troppo al pianeta e fu disintegrata dall’attrito con l’atmosfera. Perché? Avevano sbagliato unità di misura. Ebbene sì, i dati erano stati calcolati con il sistema imperiale (libbra-forza/secondi) e riferiti al team di navigazione che se li aspettava invece espressi secondo il sistema metrico decimale (newton/secondi). Appare ora chiaro perché gli insegnanti insistono così tanto sul corretto uso delle unità di misura! La NASA ripulì quest’onta con il successo di Mars Odyssey nel 2001, ma è una missione successiva (2003) che ci interessa: Mars Express. Essa è infatti la prima missione dell’ESA (European Space Agency) ad arrivare sul pianeta!
E chi ci fu tra i paesi che più contribuirono?
L’Italia, che nello spazio è un’eccellenza assoluta. Come da tradizione la missione era composta da due parti, un orbiter (Mars Express) e un lander (Beagle 2). Tutti i tentativi di contattare quest’ultimo fallirono, ma in compenso la sonda orbitale funzionò perfettamente, confermando la presenza di ghiaccio d’acqua e di anidride carbonica al polo Sud del pianeta. Per amor di sintesi ci spostiamo verso direttamente al 5 Agosto 2012: in questa data atterra su Marte il rover Curiosity. Esso porta con sé strumenti scientifici sviluppati da tutta la comunità scientifica internazionale, ad oggi i più avanzati (e funzionanti) dispositivi sulla superficie. È poi due volte più lungo e cinque più pesante di Opportunity, l’altro “marziano”, attivo dal 2004. Questo gioiello della scienza è celebre soprattutto per due cose: aver confermato la possibilità dell’esistenza, in passato, di vita su Marte ed essere l’”individuo” più solo nel Sistema Solare: esso, infatti, è stato programmato per cantare a se stesso “Tanti auguri a te” ogni 5 Agosto. E poi dicono che gli scienziati non hanno senso dell’umorismo!


Concludiamo questo breve riassunto della “conquista” marziana con un’altra grande missione europea: Exomars. La prima parte di questa è iniziata proprio quest’anno e prevedeva l’arrivo di un orbiter (Trace Gas Orbiter) e di un lander (Schiaparelli). Mentre il primo funziona perfettamente e continuerà presumibilmente a farlo, il secondo è stato rinominato “Schiantarelli”. Si ritengono superflue ulteriori spiegazioni. Nel 2020 arriverà poi un rover, costruito per la maggior parte in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Russa (incrociamo le dita). Scopo di questa missione? La vita (cercarne tracce)! Nonché importantissime analisi geochimiche e simili, ma queste sono cose molto meno altisonanti.
E l'uomo?
Questa, signore e signori, è la domanda che più mi sta a cuore. Quando cammineremo su Marte? Sostanzialmente tra poco. La NASA parla dei primi uomini su Marte negli anni ’30. Ma non è di certo finita qui! Perché nella scena spaziale degli ultimi anni è arrivato un altro partecipante: la Space X. Essa è stata la prima azienda privata ad avere un contratto con la NASA, la prima a riuscire a creare con successo razzi riutilizzabili, e sarà la prima ad intraprendere missioni interplanetarie. Questa straordinaria impresa è guidata da una delle più grandi menti di questo secolo: Elon Musk. Già cofondatore di Paypal e Tesla Motors, ha pure fondato (ed è a capo di ) questo gigante spaziale. Egli ha un obiettivo ben chiaro in mente: colonizzare Marte il prima possibile e rendere l’umanità una specie interplanetaria. Non ci addentreremo nei dettagli, ma vi basti questo per incuriosirvi in merito: si parla di intere flotte di navi, ciascuna della capienza di 200 persone, dirette in massa verso il Pianeta Rosso. E per quanto fantascientifica possa sembrare questa visione, ci si sta già lavorando: nel 2018 partirà la loro prima sonda, e ad essa seguiranno missioni ad ogni finestra di lancio. La conseguenza di tutto ciò? Potreste avere voi stessi la possibilità di andare a vivere su Marte (al modico prezzo di 100.00$)!
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